Sunday 15 June 2014

Cosa vi siete persi se non eravate a Darwin nelle ultime settimane

Vi ho già parlato della rinascita della città per via della nuova stagione, qua e qua.
Effettivamente io la sto vivendo un po’ come la primavera italiana. Dopo mesi di clausura forzata la gente sta più volentieri all’aperto, i bar mettono i tavolini fuori e la città si riempie di attività, eventi e manifestazioni di ogni genere.
E così la stagione secca, nonostante sia l’inverno tropicale, mi riporta all’italiana “monostagione” primavera-estate, che tanto le mezze stagioni non esistono più.
Finalmente usciamo e facciamo cose.


 

Siamo stati distesi sul prato ad ascoltare l’opera. Con tanto di “Nessun dorma”, che Pavarotti si sarà rivoltato nella tomba dall’interpretazione, ma a noi ha fatto tanto “patria lontana”.
 


 
 
 
Abbiamo festeggiato l’Harmony Day (vi ricordate?) in mezzo a stand gastronomici e vestiti tipici dei più disparati paesi del mondo. Abbiamo visto allontanarsi nel buio la nostra lanterna sull’acqua assieme ad altre migliaia di persone di ogni origine e razza. A fine serata (alle 8pm, qua è considerato fine serata!) ci siamo gustati i fuochi d’artificio che piacciono tanto ai più piccoli, mentre i grandi stanno in silenzio col naso all’insù e si abbandonano a quelle luci nel cielo, e confidano loro pensieri e segreti, come fossero tante stelle cadenti.
 

Abbiamo passeggiato sulla sabbia una domenica mattina e perfino bagnato i piedi nell’acqua del mare.
Ah.. che incredibile sensazione di libertà riesce a darmi l’acqua del mare!


 

 



Dopo quello di Sydney abbiamo visitato per la prima volta il museo di Darwin. Senza grandi aspettative, ci siamo arricchiti di cultura ed arte aborigena, e approfondito le nostre conoscenze su quello che è stato il più devastante ciclone per la città di Darwin (Tracy, 1974).
 


L’uomo di casa, quello (veramente) sportivo della coppia, ha partecipato alla “City2Surf” una corsa di 12Km lungo la costa di Darwin. Un evento che si tiene in tutte le principali città australiane una volta l’anno, e molto sentito da chiunque, giovani, anziani e famiglie.
Io e il mio piccolo uomo ci siamo gustati il momento dell’arrivo facendo il tifo, per poi dirigerci verso la parte più bella della mattinata... la colazione all’australiana (che poi è come quella all’inglese).



Siamo usciti in bici, e anche se fa ancora molto caldo, l’aria secca che ti viene addosso e la sensazione di poter raggiungere qualsiasi luogo senza scendere a compromessi con nessun tubo di scarico mi mancavano veramente!

 

Abbiamo anche avuto ospiti, ma indesiderati, di notte, mentre dormivamo, che si sono portati via borsa e portafogli. Non è stato piacevole, la mattina al risveglio. Non sono mai stata derubata in Italia (non considero furto quando qualcuno ha dormito nella nostra macchina durante una notte di pioggia a Milano). E mai avrei pensato che mi sarebbe successo in Australia. Ma purtroppo capita. E non è stato nulla di così grave.
Diciamo che grazie a questa brutta esperienza ho qualche nuova “prima volta” da raccontarvi. Alla polizia, per esempio, dove mi hanno fatto compilare un modulo con i dettagli del furto e in due minuti (e sottolineo due!) mi hanno rilasciato un numero, reference number, che mi sarebbe servito per poter rifare tutte le carte e i documenti che avevo nel portafoglio.
Effettivamente in quattro e quattr’otto ho bloccato il conto corrente, rifatto la patente (in dieci minuti me ne hanno data una nuova identica all’altra) e la carta dell’assicurazione sanitaria.
Sono rimasta piacevolmente sorpresa dall’efficienza e velocità del settore pubblico australiano, proprio quello che mi aspettavo di trovare.
Questo trasferimento mi ha insegnato tante cose ma la più importante è che, veramente, potremmo vivere con un centesimo di tutte le cose di cui ci circondiamo, forse anche un millesimo. E non aver più il mio bellissimo portafoglio, la mia borsa e le poche altre cose che avevo dentro, non mi ha fatto molto effetto. Un anno fa mi avrebbe rattristato parecchio, ma ora no. E ne vado fiera.
La vita è fatta d’altro, che difficilmente riuscirai a stringere tra le mani.





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